Fotografie di Comete, dal 1991 al 1996  Parte II


 

 

Queste sarebbero state le ultime foto con la gloriosa S-Camera alla quale, ebbene lo confesso, ero molto affezionato, in fondo si trattava di una mia creatura. Tuttavia dovevo riconoscere che in giro stavano cominciando e farsi vedere fotografie veramente profonde, riprese da astrofili "evoluti", i quali erano dotati, specialmente gli americani, di strumenti eccezionali ancorché di cieli stupendi. Abbandonata ogni velleità di poter usufruire della seconda possibilità, non mi restava che pensare ad un nuovo strumento. Da tempo avevo messo gli occhi su un teleobiettivo russo di circa 11cm di diametro. Si trattava di un tele con attacco Nikon, proprio la macchina che avevo io, per i quale un rivenditore pisano voleva appena 1 milione. Non avevo idea di come si comportassero questi oggetti, dal momento che i suoi equivalenti originale arrivavano a dei prezzi da capogiro, comunque decisi di acquistarlo ugualmente. Quel “lentone”- enorme che mi si presentava davanti quando toglievo il tappo copri ottiche, era troppo invitante. E poi si trattava di un luminosissimo 300/2.8.

L’ultima occasione di usare la S-Camera mi fu data comunque dalla cometa Swift-Tuttle, che nel mese di novembre del 1992 fece bella mostra di se. L’immagine è in realtà la somma di due riprese, effettuate la stessa sera, a distanza di 25 minuti l’una dall’altra.

 

Verso la fine del 1992 la mia strumentazione astronomica cambiò radicalmente. Acquistai un telescopio SC da 20cm e lo corredai con il teleobiettivo da 300/2.8. Fin dalle prime immagini, ancora realizzate con pellicola normale, mi resi conto delle enormi potenzialità del tele. I risultati erano a dir poco entusiasmanti, sia con le riprese terrestri che astronomiche e quando per quest’ultime cominciai ad utilizzare la pellicola TP 2415 ipersensibilizzata, il numero delle stelle ad ogni ripresa aumentò a dismisura. Con pose di circa 10 minuti, la magnitudine limite saltava intorno alla 16,5 mentre nelle sere più fortunate superava la 17^. Naturalmente i risultati migliorarono incredibilmente, anche perché la stabilità della montatura del telescopio da 20cm, mi consentiva di ottenere buone immagini anche in serate leggermente ventose. Visto che il telescopio non possedeva una pulsantiera, lo dotai di un sistema di inseguimento autocostruito, che si rivelò piuttosto soddisfacente. Con un po’ di fortuna e due macchine fotografiche, nella stessa sera riuscivo ad ottenere due foto contemporanee della stessa zona di cielo: una con il 300/2.8, sistemato saldamente in parallelo sopra lo SC, ed una al fuoco diretto del telescopio.  Nel frattempo i nostri cieli erano visitati da una nuova cometa, il suo nome era 1993a e lo scopritore si chiamava Mueller.

La cometa non era molto luminosa e durante la ripresa era in transito nella costellazione del Cefeo, non distante dalla famosa galassia NGC 6946. Come si nota dal numero di stelle presenti in questa porzione di negativo della TP 2415, la foto aveva raggiunto stelle con magnitudini assai deboli.

 

Ancora non lo sapevamo, ma da lì a poco avremmo avuto l’occasione di assistere all’arrivo della più bella cometa di fine secolo. Nel 1995 fu scoperta la Hale-Bopp e subito ci rendemmo conto dello spettacolo indimenticabile che avrebbe offerto due anni più tardi.

Mentre il mondo astronomico attendeva l’evento, un astrofilo giapponese dal nome indimenticabile, scoprì nel gennaio 1996 una cometa rapidissima, che passò a poca distanza dalla terra offrendo uno spettacolo splendido. Anch’io in quel periodo ero all’erta e così non mi feci sfuggire l’occasione di riprendere la cometa Hyakutake

 

La foto fu realizzate da Campo di Fiano, sistemando la macchina fotografica con l’obiettivo di 50 mm, in parallelo al telescopio. La cometa si trovava vicinissima al Sole e si rendeva visibile subito dopo il tramonto, esibendo una coda lunghissima. Nella fotografia, ottenuta con soli 3 minuti di posa su diapositiva Kodak Ektachrome 200, è appena visibile in alto a sinistra la macchia rossastra della nebulosa California.

Sostituendo l’obiettivo della macchina fotografica con il tele da 300/2.8 ed estendendo la posa per 10 minuti, la cometa si presentava in tutta la sua bellezza, anche se non tutta la coda riusciva ad entrare nel campo inquadrato.

La cometa Hyakutake poteva essere considerata un dignitoso preludio allo straordinario evento che stava per presentarsi...

 

 

Un'altra immagine della sorprendente cometa Hyakutake (1996 B2)  -  Nikon FM2 + 50mm a f/2.8 da  Località Pizzorne

 

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